Giulia ci racconta l’esperienza di un anno vissuto in Australia tra studio, lavoro e libertà.

Troverete anche le informazione tecniche su come ottenere il Working Holiday Visa. Pronti a partire?

Il grande giorno è arrivato, l’8 febbraio 2019 inizia il mio indimenticabile viaggio verso la tanto sognata terra rossa dei canguri. Come scrisse anche Bill Bryson:

“L’Australia è l’isola più estesa del mondo che è anche un continente, l’unico continente che è anche una nazione, l’unica nazione che è nata come una prigione.”

Dopo il pianto di rito con i miei genitori, appena salita a bordo del volo che da Venezia mi avrebbe portato in Australia sento una sensazione di felicità: un mix di emozioni come paura, libertà e adrenalina.

L’Australia per me era il desiderio che avevo rinchiuso nel cassetto per troppo tempo e che finalmente potevo realizzare!

Prima di tutto vi dico che non è stato per niente facile dare la notizia della mia partenza agli amici, al lavoro che avevo a tempo indeterminato e soprattutto alla mia famiglia, ma avevo troppa voglia di vivere questa avventura e non avevo tempo da perdere!

Ready, steady, go!

Ancora non so descrivere l’euforia provata nel rivedere Sydney e l’inconfondibile Opera House dal finestrino dell’aereo. Rivederla perché ne avevo avuto un piccolo assaggio già nel 2017, a quel tempo solamente con un visto turistico e una breve, visto la grandezza dell’Australia, vacanza di 3 settimane.

Dopo un numero di ore di volo interminabili: 21 ore totali, 8 delle quali passate in scalo a Doha in Qatar, arrivo finalmente in Australia, precisamente a Sydney. Tutti sono convinti che sia la Capitale dello Stato del New South Wales, ma in realtà quest’onore spetta a Canberra, decisamente meno famosa e turistica.

A Sydney ho trascorso un mese e mezzo ospite da due cugine di mia madre, ovviamente avere un aggancio è stata una sicurezza non da poco. Subito dopo mi sono iscritta ad un college per poter imparare e perfezionare il mio inglese e nel frattempo stavo già organizzando la mia partenza dopo qualche settimana per le farms (aziende agricole).

Dopo la permanenza a Sidney un volo intero mi ha portato a Gatton: un piccolo paese dove tutti i backpackers si recano, visto che le occasioni di trovar lavoro non mancano!

Gatton è situata a 86 km ad Ovest da Brisbane è un po’ lontana dai tutti i servizi di una grande città, quindi, visto che mi trovavo da sola ho pensato bene di comprarmi una macchina. Ecco una delle mie prime super esperienze: non lo nego che la prima settimana con la guida a destra è stato un vero incubo!
Gatton è una cittadina che non ha molto da offrire, ma l’atmosfera diversa dalle grandi città e la sua aria spensierata la rende unica. Sono sincera, ho vissuto tra ragni, serpenti, case pericolanti con un clima umido ai limiti della sopportazione, quindi non era di certo la mia città dei sogni ma ci stavo bene e infatti ci sono rimata per 5 mesi.

Potrei scrivere pagine intere su tutto quello che mi è successo in Australia, una cosa però posso dirla che questa esperienza è stata quella che mi ha cambiato completamente la vita.

Non mi ha cambiato la vita non perché dovevo alzarmi alle 4.30 del mattino per iniziare alle 6.00 al lavoro visto le distanze, o per lo sbalzo termico di 22 gradi dalla mattina al pomeriggio o perché dovevo passare 8 ore nel campo a raccogliere broccoli, ma mi ha cambiato proprio perché per la prima volta dovevo cavarmela da sola.

Ho dovuto cercarmi un posto di lavoro dall’altra parte del mondo senza certezze, ho vissuto spiacevoli avventure da sola e ho dovuto confrontarmi con una cultura e una lingua diversa dalla mia. Nonostante questo è stato tutto pazzesco.

Terminato il mio periodo al nord-est dell’Australia ho preso la mia macchinina e ho percorso la Pacific Coast per il rientro verso Sydney, dove avrei trovato le mia cugine ed alcuni amici ad attendermi.
Ovviamente non ho guidato per tutte quelle ore filate, anche perché il navigatore diceva 14 ore e 15 minuti per 1055 km. Dentro di me ho pensato, cosa c’è di meglio dell’organizzare un road trip lungo la costa sulle strade polverose e selvagge della terra bruciata dal sole? Nulla, infatti il viaggio è durato quattro giorni: sono partita domenica mattina e sono arrivata nel mercoledì sera. I giorni che ho trascorso on the road sono stati incredibili a parte un guasto al radiatore, che gentilmente è stato aggiustato da un meccanico di un paesino sperduto nel nulla.

Ho visitato parchi naturalistici, ho fatto escursioni sui cammelli, ammirato delle spiagge mozzafiato, vedevo canguri ovunque e piccole cittadine dove il tempo sembra essersi fermato.

Arrivata a Sydney ho di nuovo cercato un lavoro, ma mi sono resa conto che per iniziare qualunque cosa serve una “licenza”, persino per vendere gli alcolici, infatti ho dovuto fare un corso di 8 ore a pagamento, per poter fare la RSA (Responsable Service of Alcohol) un patentino, che ha validità solamente nello Stato dove viene fatto e permette di lavorare in un ambiente dove vengono serviti anche gli alcolici. In poche parole, vuoi fare la cameriera in Australia? Vai e paga 120 Dollari per questo ticket.

Un’altra cosa che mi ha scoraggiato davvero molto, in particolare all’inizio, è stata la concorrenza spietata nell’accaparrarsi il posto di lavoro. Sembra che gli italiani siano dei “robot” fabbricati solo per lavorare nel settore alberghiero, infatti quasi tutte le persone che ho conosciuto nella mia avventura erano cuochi, camerieri, baristi. Dopo aver consegnato e inviato milioni di curriculum e fatto come minimo una trentina di colloqui, finalmente ho trovato lavoro come cameriera in uno degli Italian Restaurants più nominati della città. Un ristorante famoso per la cucina e per la sua vista proprio sull’Opera house e sul Harbour Bridge, il ponte più famoso di Sidney.

La mia esperienza nel ristorante è stata però molto bella e positiva, ho imparato davvero molte cose, non solo portare tre piatti contemporaneamente, ma ho capito l’arte e l’amore per la cucina e soprattutto la pazienza che si deve avere sempre anche nelle semplici cose.

Non è stato facile spiegare in poche righe un anno di vita in Australia perchè davvero è successo di tutto, ma spero comunque che questo racconto possa essere utile a chi come me ha la stessa voglia di viaggiare e di esplorare questo stupendo continente.

Good Luck

Giulia Mezzavilla

Come ottenere il Working Holiday Visa in Australia: consigli pratici.

Il Working Holiday Visa (WHV o subclass 417) è uno dei tanti visti che l’Australia concede ed è anche il meno costoso. Vi do qualche informazione tecnica ma anche qualche consiglio personale sulla mia esperienza.

Prima cosa fondamentale per ottenere il visto lavorativo australiano è che ci vuole tanta pazienza. Ma vi spiego come bisogna fare per ottenere il Working Holiday Visa:
• Digitare sul motore di ricerca “come fare il 1^ Working Holiday Visa Australia”. Una volta iniziata l’application controllare bene tutte le domande, ci vorrà un’oretta. Mi raccomando tenere sempre a portata di mano le varie risposte con le domande per il riconoscimento, la password e lo username.
• Controllare il proprio conto bancario, perché alla fine dell’application dovrai allegare un estratto conto nel quale dimostri di avere l’equivalente di 5000 AUD (circa 3200 €) e dimostrare di avere abbastanza soldi per l’acquisto di un volo in uscita dal Paese. E se non hai quella cifra sul conto? Puoi avere un garante (genitore o parente) che dichiara di supportarti. Il motivo per cui sei obbligato ad avere questa somma di denaro prima di poter raggiungere il suolo australe è semplice, dovesse succedere qualunque cosa devi essere in grado di mantenerti e non essere un peso per lo Stato.
Patente Internazionale, non è obbligatoria ma decisamente utile. Con la sola patente italiana puoi guidare in Australia fino a 3 mesi dal tuo arrivo, ma se sei in possesso della patente internazionale (richiedibile in qualunque motorizzazione) puoi andare in un ufficio di servizio in qualsiasi stato e per pochi soldi fare la tessera della Driving License (patente australiana). Consigliatissima perché così facendo è valida come ticket di riconoscimento.
Assicurazione Sanitaria, sempre non obbligatoria, ma questa volta si parla di previdenza. In Italia siamo abituati ad avere la sanità gratis invece appena arrivati in Australia bisogna cercare gli uffici per attivare la Medicare (Tessera Sanitaria Australiana) e in una settimana arriverà per posta questa tessera. Magari per le prime due, tre settimane avere un’assicurazione privata stipulata in Italia è meglio.

Auguro anche a voi di vivere il vostro sogno australiano.

Giulia

ragazza e wallaby

Grazie Giulia per aver condiviso con noi la tua meravigliosa esperienza di vita in Australia e ti auguriamo di poter tornare presto nella tua amata terra australiana.

Amiamo le ragazze cosi intraprendenti che vivono queste fantastiche esperienze all’estero: se anche tu hai una storia da raccontare scrivici, sarà un onore pubblicare il tuo articolo nel nostro blog.

Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche la storia della vacanza studio in america di Claudia.

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