In uno dei miei tanti viaggi come accompagnatrice ho conosciuto una persona molto speciale, Marino, un uomo intelligente, amante della natura e dello stare insieme. Una persona semplice, di animo buono che dal 2009 ogni anno sente la necessità di intraprendere da solo il Cammino di Santiago di Compostela.

Intervistarlo non è stato facile. Inizialmente, si limitava a rispondere alle mie domande in modo distaccato, ma poi, nel corso dell’intervista, ho notato che qualcosa è cambiato, i suoi occhi si sono illuminati di gioia, ha iniziato a parlarmi a cuore aperto, mi ha raccontato con molta passione le sue esperienze di viaggio, al punto che mi sono davvero emozionata.

Per chi non lo sapesse, il Cammino di Santiago di Compostela è un percorso che attraversa la Francia e la Spagna, che trae le sue origini fin dal medioevo. Veniva e viene tutt’oggi intrapreso da milioni di pellegrini per raggiungere la magnifica Cattedrale di Santiago di Compostela, dove sono conservate le reliquie dell’Apostolo e cugino di Gesù Giacomo il Maggiore. Santiago di Compostela e le strade della Francia e della Spagna che portano al Santuario sono dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità.

strada del cammino

Ciao Marino, ci sono vari percorsi che portano alla meta, al santuario di Santiago di Compostela, quale di questi consiglieresti a chi lo vuole intraprendere per la prima volta?
Sicuramente il Cammino da intraprendere per la prima volta è quello Francese, lungo circa 800 km, è il più conosciuto e frequentato. Questo Cammino dà l’opportunità di relazionarsi con persone provenienti da tutto il mondo, non ti fa sentire mai solo. Durante il Cammino ci si saluta augurandosi buon cammino con “Ultreya e Suseya”, dal latino:”avanti, in alto Dio ci protegge”. Dopo l’anno Santo Giacobeo (viene dichiarato Anno Santo quando la festa di San Giacomo, il 25 luglio, cade la domenica) il cammino è un po’ cambiato, nel senso che ha perso il suo fascino primitivo. Nonostante sia frequentato da moltissimi pellegrini rimane l’unico a lasciare qualcosa di spirituale. Pensa che anche chi lavora nei campi e ti vede passare ti saluta e ti sorride.

Perché hai voluto iniziare il Cammino di Santiago nel 2009?
La motivazione principale che ti posso dare è quella spirituale.

In questi sette anni hai percorso diverse vie per raggiungere Santiago, quale di queste rifaresti?
Sicuramente La Via de la Plata (circa 1000 km). E’ un percorso che non ha una lunga storia di pellegrinaggi e la solitudine caratterizza ogni sua tappa. Il paesaggio circostante e il territorio da percorre è arido, freddo e montuoso, lungo il percorso si trovano città come Salamanca e Melide, località ricche di storia e di passato. Non c’è spiritualità in questa via, è molto diverso dal Cammino Francese, in passato questo percorso era solo una strada per raggiungere Santiago. La gente che incontri lungo la Via de la Plata non ti saluta sorridente come invece succede negli altri percorsi, qui non sono abituati ai pellegrini.

cammino di santiago

Cosa ti lascia un viaggio spirituale come il Cammino di Santiago di Compostela?
Lascia un’emozione forte, che ti cambia, ti rende diverso. E’ inspiegabile come riesci a dialogare con le persone che conosci lungo il Cammino: parli e ti capisci con giapponesi, neozelandesi e cinesi.
Ogni incontro fatto lungo il Cammino ti lascia qualcosa che ti porti dentro per sempre, nel cuore.
Queste sensazioni non le vivi subito sul posto, ma le riassapori soprattutto dopo un po’ che sei tornato a casa: 15 giorni, un mese due mesi dopo. Senti un movimento interiore, un’emozione che ti dice che devi tornare.

Il tuo primo Cammino è stato nel 2009 poi ogni anno sei sempre tornato, perché?
Non me lo so spiegare, sento la necessità di ripetere quest’esperienza che mi dona ogni volta qualcosa di più, sempre di più dell’anno precedente. Quest’anno siamo partiti in 2 e siamo arrivati al Santuario in 18, questo è il potere del Cammino!

Il nostro arrivo alla Cattedrale di Santiago di Compostela, giugno 2015
Il nostro arrivo alla Cattedrale di Santiago di Compostela, giugno 2015

Come giudichi chi non lo intraprende tutto ma fa solo gli ultimi 100 km di Cammino, da Sarria a Santiago?
Non giudico chi fa questa scelta, forse non vogliono o non sono capaci di adattarsi alla fatica o a situazioni poco confortevoli. Sicuramente sono persone curiose che comunque sentono la necessità di andare.

A chi deve intraprendere questo viaggio per la prima volta voglio dire che il cammino è adatto a tutti, non serve essere preparati fisicamente. L’importante è avere delle scarpe giuste, comode, anche se comunque vi faranno male i piedi.

Nel percorso ho conosciuto persone anziane, anche sopra gli 80 anni e persone in sedia a rotelle. Lungo la strada trovi sempre chi ti aiuta, chi ti porta lo zaino per qualche centinaio di metri più avanti se ti vede in difficoltà.
Di giorno si cammina e la sera ci si ritrova in ostello, nelle locande dove ci si confronta, ci si conosce, e dove nascono legami forti.

Durante il cammino dialoghi con gli altri pellegrini ma il momento migliore è quando sei solo e parli con te stesso. Non lo so il perché ma la testa va, i pensieri corrono, parlo con il Marino che avevo dimenticato, imparo a conoscerlo e ritorno li per ritrovarlo e parlarci di nuovo.
Quando fai un’esperienza del genere, ti analizzi ritorni a casa cambiato. Un viaggio che senti la necessità di rifare perché devi continuare a parlare con te sesso.

il silenzio del Cammino di Santiago

Adesso ti rifaccio la domanda: perché ci sei andato la prima volta?
La prima volta non sapevo niente del cammino. Tre o quattro anni prima di partire avevo visto in televisione un programma, un documentario sul Cammino di Santiago. Mi ha colpito la cattedrale, me ne sono innamorato, era maestosa, nera, ricoperta di erba, molto particolare.
Dopo qualche anno mi è tornata in mente quella Cattedrale e ho iniziato a documentarmi. Mi piaceva l’idea di intraprendere un viaggio spirituale, sia perché mi ritengo un buon cristiano, sia anche perché amo i viaggi avventurosi, zaino in spalla, dove ci si relaziona con gli altri e ci si deve adattare a mangiare e a dormire.
Non avevo minimamente idea di quello che mi avrebbe lasciato interiormente questo Cammino.
Quando sono tornato a Roma mi sentivo cambiato, al punto che mi sono anche preoccupato perchè mia moglie e gli amici mi trovavano diverso. Alcuni riuscivano a leggere la mia luce, vedevano la mia gioia e percepivano quello che io sentivo, altri invece non capivano.

Il prossimo anno voglio portare mia moglie a Santiago di Compostela per la prima volta. Lei non è una persona che si adatta facilmente ma le voglio far vivere l’atmosfera del pellegrinaggio. Voglio che capisca perché lo faccio.

Ogni volta arrivare alla meta, a Santiago, è un emozione che strappa abbracci e lacrime. Dopo tanti anni non sono mai pronto e abituato a questa sensazione anche perché si arriva in gruppo, insieme a persone che affrontano il Cammino per la prima volta ed inspiegabilmente la loro emozione diventa anche la tua.

Grazie Marino,

onorata di averti trovato lungo il mio cammino.

Xoxo Erica

cattedrale di Santiago di Compostela

tramonti lungo il cammino di Santiago

lungo il percorso del Cammino

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